giovedì 8 maggio 2008

Prima Tappa Cape Town-Fish River Canyon

12 Aprile
Piano di volo: Cape Town (uscita ufficiale dal paese)- volo lungo la costa Ovest con tappa tecnica per rifornimento ad Alexander Bay- Oranjemund, Namibia, per dogana)-Karios Lodge, Fish River Canyon
Piano di volo alternativo: Cape Town-Upington (uscita ufficiale e rifornimento)- Keetmanshoop (ingresso in Namibia)- Karios Lodge
Avevamo programmato di partire un sabato, per guadagnare un giorno di viaggio aggiungendo due weekends ad una settimana lavorativa.
Prima ancora che l'alba rischiarasse il giorno eravamo all'aeroclub, pronti in tutto, solo in attesa di registrare le ultime informazioni meteo.
La variabile meteo si e' espressa subito come determinante: nebbia densa sulla costa e aeroporto di Alexander Bay, cittadina mineraria di confine, chiuso con possibile schiarita nella tarda mattinata.
Attendere qualche ora non era un dramma visto che privilegiavamo il piano di volo lungo la costa, decisamente piu' breve! Quando alle 11 e' arrivata la conferma che la nebbia non si sarebbe dissolta per la giornata, ci siamo resi conto che partendo a quell'ora saremmo arrivati a Karios, volando via Upington, con un margine di luce molto ristretto. Non volendo iniziare la nostra vacanza con il piede storto abbiamo preferito volare in macchina verso la nostra caffetteria preferita per una sontuosa colazione propiziatrice per un domani migliore

Nella foto la pista 19 dell'aeroporto internazionale di Cape Town

13 Aprile

Piano di volo: Cape Town-Upington(1)-Keetmanshoop(2)-Karios(3) miglia totali 660

L'aereo e' dove lo abbiamo lasciato ieri, con il pieno di carburante, i miei cuscini rossi sul sedile, tutto pulito ed...irresistibile! Alle 07.30 decolliamo per pista 19, virata verso Est ed iniziamo un tragitto che abbiamo gia' percorso, verso Upington, visto che la nebbia persiste lungo tutta la costa Ovest del Sudafrica e della Namibia. Appena fuori dalla zona aerea di Cape Town puntiamo a Nord Est lasciandoci scorrere abbastanza velocemente gli ultimi vigneti e le zone coltivate che dall'alto sembrano piste d'atterraggio per dischi volanti per via di enormi circonferenze tracciate sulla terra dalle macchine irrigatrici.

C'e' buona visibilita' e il territorio sembra disegnato su un album per bambini. Man mano che ci allontaniamo dalla costa le colline, perfettamente tonde, sembrano giganteschi formicai con la punta tagliata e si vede chiaramente che il sistema montuoso si allunga nella direzione Nord-Sud, cosi' che i venti caldi da Nord e freddi da Sud alternandosi fanno da padroni spazzando via tutto. Le montagne crescono in altezza andando verso oriente, per terminare con una grande terrazza che si affaccia sul Great Karoo.

Atterriamo ad Upington alle 10.35 decisi a svolgere le nostre pratiche nel minor tempo possibile. Ci sentiamo a casa, e' ben la terza volta che atterriamo su questa enorme pista lunga 4.900 metri! Riconosciamo la voce del controllore di volo, un tipo pignolo e presuntuoso con il quale e' meglio non entrare in polemica altrimenti rischi di non atterrare piu'! Velocissimi, alle 11.45 decolliamo con i serbatoi pieni ed i documenti di uscita timbrati. Per cercare di attenuare la turbolenza dovuta al calore, saliamo fino a 7500 piedi e a quella quota il termometro segna ben 22 gradi

Il paesaggio sotto di noi e' costante...deserto...e l'attraversamento del confine e' appena percepibile dall'improvvisa scomparsa di pozzi d'acqua e di recinti per animali.

La carta indica la presenza di centri abitati dai nomi affascinanti: Nabas, Aorab, Narubis, ma giuro che ho visto solo un paio di case intorno ad un pozzo!

Avvicinandoci a Keetmanshoop Aldo comincia a contattare la torre di controllo ma dopo svariati tentativi un aereo in zona ci comunica che e' domenica e quindi l'aeroporto non e' presidiato. La pista e' lunga, e situata in una bella valle, quindi non ci sono problemi, faremo da soli come altre volte, ammesso che riusciamo ad individuare la manica a vento per capire qual'e' la pista in uso; scopriamo dopo un paio di giri a bassa quota che dovremo fare a meno anche di quella, quindi Aldo decide di atterrare per pista 04, visto che durante il volo d'avvicinamento quel poco di vento che c'era proveniva da Nord.

L'aeroporto e' totalmente vuoto, con soli altre due aerei nella zona di parcheggio, due Piper PA28. Il personale e' composto da tre persone e non abbiamo ben capito se chi ci ha timbrato il passaporto era un poliziotto, un uomo delle pulizie o uno che passava di li' per caso...comunque sorrideva e ci ha dato il benvenuto!

Riusciamo pure a rabboccare i serbatoi approffittando di un camion che si trovava li' chiamato da un'altro aereo, una piacevole sorpresa visto che tutti i Notam riportano che a Keetmansoop non c'e' carburante!

Mentre aspettavo Aldo all'ombra delle ali di PMY ho fatto il mio primo incontro con uno strano insetto. Una specie di enorme scarabeo, dallo scudo bruno, duro e lucido e lunghissime zampe che da lontano lo fanno somigliare ad un ragno. Appena ti avvicini lui si mette a correre emettendo un forte suono stridulo, come una cicala. Nel corso del viaggio ne abbiamo incontrati centinaia, spesso i rami delle acacie erano piegati per il loro peso. Nessuno li uccide e tutti sorridono al loro passaggio, forse solo allo stato di larva hanno qualche nemico naturale. Per la cronaca: belli ma forse un po troppi!! Dopo il decollo, ovviamente dalla pista 04, facciamo rotta verso Sud Ovest per la nostra ultima meta della giornata. Entriamo nella regione del Karas e l'ambiente e' completamente diverso da quello della mattina. Il deserto sabbioso sparisce e compare una roccia piatta, deserta, solcata ogni tanto da antichi letti di fiume, piccoli e grandi. L'acqua e' un lontano ricordo individuabile dal solco piu' chiaro e in alcune conche piu' grandi un velo di sali luccicanti ci ricorda che siamo nella terra dei diamanti. Un tempo questi corsi d'acqua alimentavano il Fish River che nasce molto piu' a Nord nella regione namibiana dell'Hardap.

Aldo ha telefonato a Canon Lodge prima di decollare da Keetmanshoop, gli hanno detto di fare un passaggio basse sopra il lodge, ci sentiranno e verranno a prenderci sulla pista. Dopo circa mezz'ora di volo scorgiamo la pista, e' in terra battuta, larga circa 20 metri e lunga 1500, la nostra prima pista d'atterraggio non d'asfalto...e' stata creata su un terreno pietroso e piatto dove degli strani alberi sembrano cercare acqua dal cielo anziche' dalla terra. Sono una varieta' rarissima di aloe che cresce solo in questa regione.

L'atterraggio e' ottimo, anzi direi migliore di tanti altri fatti su piste in asfalto! Sistemiamo il nostro bolide in fondo alla pista, accanto ad un Cessna 210. Copriamo i finestrini per il sole, piantiamo i paletti sul terreno e con delle cime leghiamo l'aereo. Mentre svolgiamo queste operazioni decine di piccoli carri armati scricchiolanti cercano di invadere il nostro spazio e ho il mio bel da fare per non farli entrare in aereo (forse siamo noi che abbiamo invaso il loro spazio! La nuvoletta di polvere ci avverte che si sta' avvicinando una macchina. E' la Land Rover del lodge. Il posto ha dell'incredibile; siamo su un altopiano a mille metri. Come poggiate li' per caso, un gruppo di rocce tondeggianti sono posate l'una sull'altra in perfetto equilibrio estetico, come solo la mano di un Dio puo' fare. Accanto a queste le casette del lodge con il tetto di arbusti, una e' destinata a noi.

Visto il giorno di ritardo nella tabella di marcia, abbiamo appena il tempo di scaricare i bagagli, darci una rinfrescata e siamo pronti per la visita al Fish River Canyon. Se qualche mente suprema ha progettato tutto questo non poteva pensare a niente altro di piu' maestoso. Sembra di entrare con lo sguardo dentro l'anima della terra.

Il nostro punto di osservazione questa volta e' raso terra e non si puo' fare altrimenti perche' anche chi e' abituato a volare prova un senso di vertigine a guardare dall'alto una fenditura nella terra profonda 550 metri e larga, nel suo punto piu' ampio, 27 km.

Non e' il secondo canyon piu' grande del mondo, come scrivono i depliant turistici e qualche rivista, ma il fascino e' dato dall'insieme dell'ambiente, dalla grandezza delle immagini.

Milioni di anni fa lo spostamento di due faglie terrestri ha dato la possibilita' al Fish River di incunearsi per 160 km. tra due costoni di roccia abbastanza friabile da essere stata scavata sempre di piu' in profondita' per poi andare a congiungersi al fiume Orange, 70 km piu' a Sud. Il fiume ha costruito un percorso sinuoso che dall'alto sembra un gigantesco serpente. Il livello dell'acqua nel momento della nostra visita era di due metri, mentre va a calare durante l'inverno.

Rimaniamo in contemplazione mentre aspettiamo il tramonto e comprendiamo la risposta del namibiano alla nostra domanda se vorrebbe abitare in un altro luogo: non vorrei vivere in un altro posto se non questo!

Durante il percorso in macchina per tornare al lodge non apriamo bocca. Siamo completamente assorbiti dalle immagini che abbiamo appena visto. Domani mattina sara' bello dall'aereo vedere le stesse cose da un altro punto di vista

Siamo stanchi ed affamati. Il profumo che esce dalla cucina e' invitante. Gli ultimi colori del tramonto ci promettono meraviglie.

Come una terrazza che guarda dentro l'anima della terra...

Il Fish River scorre in fondo al canyon

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