Quando il corso del fiume comincia ad andare deciso verso Sud-Sud Ovest decidiamo di abbandonarlo per continuare verso Ovest fino a raggiungere la costa. La seguiremo per un lungo tratto, sorvolando anche Luderitz, il terzo centro abitato piu' grande della Namibia, poi punteremo a Nord est, cercando le grandi dune.
La grande piattaforma di roccia degrada lentamente fino a scomparire del tutto. Sotto di noi terra rossa e qualche collina, sempre assolutamente deserto.
Ad un certo punto riceviamo una chiamata radio: ci rendiamo conto di stare sorvolando una delle tante miniere di diamanti, e poiche' accanto a quest'ultima vi e' una piccola pista d'atterraggio le persone in loco vogliono sincerarsi delle nostre intenzioni e che non abbiamo in mente di atterrare e fare rifornimento di pietre preziose! Ho la sensazione che se tentassimo di atterrare ci sparerebbero! Be' io comunque una foto gliela sparo!
Ancora una volta il paesaggio cambia all'improvviso. E' come girare la pagina di un atlante e dall'alto vediamo benissimo ancora le montagne da una parte e le colline di sabbia verso la costa dall'altra.
Il colore e' ambra dorato; non riusciamo a renderci conto dell'effettiva grandezza delle colline di sabbia sotto di noi perche' il paesaggio si ripete senza termini di paragone.Sorvoliamo un enorme cratere di sabbia. Sembra l'impronta di una palla; e' il Roter Kamm Crater, ma lo scopriamo solo dopo cercando sulla carta una spiegazione geografica a questa splendida manifestazione della natura.
Secondo il piano di volo ad un certo punto deviamo verso Nord Est e cominciamo a guardarci intorno nell'attesa di avvistare le grandi dune. Ci siamo creati delle aspettative dalle letture sull'argomento ma fino ad ora la Namibia ci ha sempre smentito: e' sempre tutto di piu'.
Avvistiamo le grandi dune quando gia' siamo almeno 40 miglia all'interno. Ma come diavolo ha fatto la sabbia ad arrivare fino a qui? E come ha fatto ad alzarsi tanto?
Siamo senza parole, anche questa volta la realta' supera l'immaginazione. Imbocchiamo il letto vuoto del Tsauchab, il grande fiume che una volta da qui arrivava fino al mare attraversando le dune. Ora si riempie di acqua solo raramente ma mai arriva al mare.
Sul fondo scorre una strada drittissima, in parte asfaltata. La seguiamo perche' dalla carta abbiamo visto che ci portera' nelle vicinanze della pista d'atterraggio.
I margini del fiume sono umidi, costellati di piccoli arbusti e subito dietro...il nulla o forse sarebbe meglio dire la grandezza della sabbia rossa. Alla fine della valle ci sono alcune colline con tracce di verde.
Tra le colline individuiamo la pista e ci prepariamo all'atterraggio seguendo la procedura prevista per le piste senza controllo da terra, senza tralasciare nulla nonostante l'inevitabile distrazione del paesaggio.
Atterraggio perfetto su una pista dura e ciotolosa. Penso che Aldo dopo questo viaggio avra' difficolta' ad atterrare su una pista normale!
Siamo contenti di essere qui, ci sembra incredibile di esserci arrivati con il nostro aeroplanino che oggi mi sembra con un musetto piu' simpatico del solito!
Sistemiamo al solito l'aereo puntellandolo, chiudendo tutto e via verso il nostro alloggio, situato vicinissimo al campo, sulla macchina che e' venuta a prenderci.
Il Lodge e' stato realizzato sui resti di un vecchio forte costruito alla fine dell'800. L'esterno e' molto bello e l'interno lo e' ancora di piu'. Noi siamo impolverati, appiccicaticci, stanchi e la piscina al centro del cortile e' abbastanza invitante. La stanza ci sembra un luogo d'altri tempi, dalla finestra il paesaggio e' splendido, ed in lontananza riusciamo a scorgere PMY che si riposa sotto il sole che lentamente sta' tramontando alle sue spalle!
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